Dietro le porte chiuse dell’UEFA
L’agenzia Associated Press ha fatto trapelare indiscrezioni che scuotono il mondo del calcio: l’UEFA starebbe per votare la sospensione di Israele a causa della guerra a Gaza.
“Non ricordo nulla di simile negli ultimi anni”, ha confidato una fonte vicina al comitato, chiedendo di restare anonima.
Il calendario sotto pressione
Il nodo è anche pratico. Israele è attesa nei prossimi giorni contro Norvegia e Italia, nelle qualificazioni ai Mondiali 2026. Se arrivasse una sospensione, i calendari sarebbero stravolti. Nei corridoi delle federazioni si moltiplicano le domande: le partite si giocheranno comunque o saranno rinviate?
La partita della FIFA
Non è solo una questione UEFA. La FIFA osserva da vicino. Gianni Infantino, vicino all’ex presidente USA Donald Trump, potrebbe frenare un provvedimento immediato. Alcuni osservatori ricordano che proprio l’appoggio di Washington è stato decisivo per assegnare e blindare i Mondiali 2026 in Nord America.
Pressioni politiche e precedenti
Il paragone con la Russia del 2022 è inevitabile. Allora bastarono pochi giorni per sospendere Mosca. “Se è successo con la Russia, perché non con Israele?”, ha chiesto apertamente il premier spagnolo Pedro Sánchez.
Anche all’interno dell’UEFA il dibattito è acceso. Il presidente Aleksander Čeferin avrebbe adottato una linea più dura nelle ultime settimane. E durante la Supercoppa a Udine, sul campo comparvero striscioni con scritte come “Stop killing children”.
Israele non arretra
Da Tel Aviv arrivano segnali opposti. Il ministro dello Sport Miki Zohar e il premier Netanyahu hanno fatto sapere di muoversi “dietro le quinte” per fermare il provvedimento. “Ora serve responsabilità, non dichiarazioni pubbliche”, ha detto Zohar ai media locali.
UEFA sospensione Israele Gaza: quali conseguenze?
Se il voto passerà, Israele rischierà di restare fuori da tutte le competizioni europee per un tempo indefinito. Una mossa che avrebbe riflessi non solo sul calcio, ma anche sugli equilibri politici nel continente.