alt="Morto Paolo Bonacelli, attore di Non ci resta che piangere e Johnny Stecchino, addio a un grande protagonista del cinema italiano"
Morto Paolo Bonacelli, l’attore di “Non ci resta che piangere” e “Johnny Stecchino”, si è spento a Roma a 88 anni.

Morto Paolo Bonacelli: se ne va a 88 anni il grande volto del cinema italiano


Morto Paolo Bonacelli: se ne va a 88 anni il grande volto del cinema italiano

Ieri Roma ha salutato per sempre Paolo Bonacelli. Morto Paolo Bonacelli all’ospedale San Filippo Neri, dove era ricoverato da qualche tempo: aveva 88 anni, una vita spesa tra palcoscenici e set cinematografici. Per molti resterà sempre Leonardo da Vinci, quello strampalato e geniale di “Non ci resta che piangere”, ma la sua carriera è stata molto, molto di più. Nato a Civita Castellana nel ’37, Bonacelli ha attraversato mezzo secolo di cinema italiano lasciando un segno profondo.

Morto Paolo Bonacelli, una carriera che ha segnato il cinema italiano

La gavetta teatrale e l’esplosione al cinema

Dopo l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, Paolo Bonacelli ha fatto le ossa accanto a mostri sacri come Vittorio Gassman e Luigi Squarzina. Il teatro è stata la sua prima grande scuola, quella dove ha imparato a cesellare ogni parola, ogni gesto. Con Carlotta Barilli ha fondato la Compagnia del Porcospino, che gli ha permesso di sperimentare e di crescere come interprete raffinato. Ma quando Pasolini lo ha voluto per “Salò o le 120 giornate di Sodoma” è successo qualcosa di irreversibile: quel film — durissimo, controverso — gli è valso la Targa Mario Gromo e lo ha fatto conoscere al grande pubblico. Da lì è stato un susseguirsi di collaborazioni importanti: Antonioni, Rosi, Bolognini, Cavani, Troisi.

Il sodalizio con Benigni: tre film, tre capolavori

Chi non ricorda il suo Leonardo? Morto Paolo Bonacelli, ci lascia anche quel personaggio indimenticabile che in “Non ci resta che piangere” regalava battute fulminanti accanto a Troisi e Benigni. Con Benigni, appunto, è nato un rapporto artistico speciale. In “Johnny Stecchino” interpretava un avvocato tutto d’un pezzo — e lì ha vinto sia il Ciak d’oro che il Nastro d’argento. Poi “La vita è bella”, dove vestiva i panni gelidi di un gerarca nazista: tre ruoli completamente diversi, tre prove di un’elasticità interpretativa rara. Perché Bonacelli sapeva fare tutto: commedia brillante, dramma storico, thriller psicologico.

Da “Fuga di mezzanotte” a Venezia 2024: oltre 120 film

La filmografia parla da sola. Morto Paolo Bonacelli, il cinema perde un attore che ha girato con Alan Parker (“Fuga di mezzanotte”, dove era il detenuto Rifki), Tinto Brass (“Caligola”), Jim Jarmusch, Dario Argento, Lina Wertmüller, J.J. Abrams per “Mission: Impossible III”, e Paolo Virzì. Centoventiquattro film, più di cinquant’anni di carriera senza mai fermarsi davvero. L’ultima apparizione? Un prete siciliano in “In the Hand of Dante” di Julian Schnabel, presentato alla Mostra di Venezia nel 2024. Ottantotto anni e ancora sul set: questa era la passione di Paolo Bonacelli.

Oggi il cinema italiano è un po’ più povero. Bonacelli non amava i riflettori fuori dal set, non cercava la celebrità facile. Faceva il suo mestiere con rigore, con umiltà quasi monastica. E forse proprio per questo — per quella capacità di farsi da parte e lasciare parlare i personaggi — lo ricorderemo a lungo.

About Bourbiza Mohamed

Bourbiza Mohamed è un giornalista freelance e scrittore. Laureato in Scienze Politiche a Baghdad, si occupa di politica e attualità internazionale, con oltre 28 anni di esperienza. Parallelamente porta avanti progetti musicali country e blues come fondatore di BM Country Music.

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