Lo stop e il silenzio sul centrale
Tokyo, campo centrale. Un punto giocato in avanti, il recupero su una palla corta, poi il piede sinistro di Carlos Alcaraz appoggia male. Il movimento è secco, innaturale. Lo spagnolo cade e si porta le mani al volto; per qualche secondo si sente solo il fruscio del vento tra gli spalti e la voce dell’arbitro che ferma lo scambio.
Chi era vicino alle panchine racconta di un “ah” collettivo, breve ma netto. Il video di Carlos Alcaraz che si fa male a Tokyo circola in pochi minuti: si vede la caviglia girare, lui che prova a mettersi su un fianco e poi resta lì, immobile, in attesa dello staff.
Fasciatura stretta, prova sul posto e ripartenza
Entrano il fisioterapista e il medico del torneo. Ghiaccio, una fasciatura che tira forte — si sente quasi il nastro mentre scorre — e qualche parola scambiata a bassa voce. Alcaraz prova due passi, poi altri tre. Le scarpe strisciano sul duro, il pubblico trattiene il fiato e poi parte un applauso lungo, più di incoraggiamento che di festa.
“Non era scontato rivederlo in piedi”, filtra dallo staff. Dopo il confronto a bordo campo, il numero due del mondo decide di continuare. Non corre, testa l’appoggio, sceglie colpi semplici. L’allenatore fa cenno di moderare i cambi di direzione; dalla panchina arriva anche un asciugamano, quasi a spezzare la tensione.
Cosa sappiamo (e cosa no) delle sue condizioni
Il set riprende, ma l’andatura non è la stessa. Lo spagnolo cerca ritmo senza forzare: niente scatti gratuiti, qualche passo di controllo in più. A detta di chi lo segue ogni settimana, la caviglia potrebbe aver bisogno di esami strumentali; la decisione, spiegano, verrà presa a mente fredda.
Dal box trapela una linea prudente: “valutazione quotidiana, zero rischi inutili”. Tradotto: se domani la caviglia protesta, si ferma. Se risponde, si gioca. Nessuna dichiarazione trionfale, nessun dramma annunciato.
L’eco del video e il giorno dopo
Il video di Carlos Alcaraz che si fa male a Tokyo continua a rimbalzare sui social, ma negli ambienti del torneo invitano alla calma: un’immagine enfatizza il momento, non dice tutto. Uscendo dallo stadio, in molti notano un particolare semplice: lo spagnolo resta a firmare qualche autografo, camminando lentamente; la fasciatura è ben visibile sotto i calzini.
Un ex giocatore, incrociato nel corridoio verso la sala stampa, sintetizza così: “Ha gestito la paura come un veterano. Il resto lo diranno i controlli.”
Appuntamento con i controlli
Nei prossimi giorni si capirà se è stato solo un grande spavento o qualcosa che richiederà stop e terapie. Lo staff medico del torneo è in contatto con il team; gli scenari restano aperti. Per ora una cosa è chiara: Tokyo ha mostrato un Alcaraz capace di fermarsi, ascoltare il corpo e poi ripartire — con cautela. Il calendario può aspettare qualche ora; i verdetti veri, invece, arriveranno dal referto.
🚨 Alcaraz in serious discomfort
Doesnt look good. Achiles?pic.twitter.com/uBAU6HVsXQ
— Tennis Masterr (@tennismasterr) September 25, 2025