Immaginate un prato alle porte di Parigi. Ottobre del 1906, una di quelle mattine autunnali in cui l’aria ti morde le guance. Nel Bois de Boulogne c’è una folla di curiosi, giornalisti con i loro taccuini, signore con cappelli piumati. E poi c’è lui. Alberto Santos-Dumont. Piccolo di statura, elegantissimo. Giacca su misura, cravatta perfetta, quel cappello panama che è …
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