L’attesa, i flash, il nome scandito dal palco Parigi, Théâtre du Châtelet. Piove fine; dentro, il brusio si abbassa quando l’orchestra attacca due note di richiamo. È la serata del Pallone d’Oro 2025. Il trofeo finisce nelle mani di Ousmane Dembélé—sorriso largo, applausi lunghi—ma la sala non racconta una sola storia. Tra uno scatto e l’altro c’è un diciottenne che …
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